Inizia così il video dell’associazione norvegese CARE che sta facendo commuovere il web.
Con la voce di una ragazza che, non ancora nata, immagina di parlare con il suo papà.
E le chiede un favore.
Partendo dall’adolescenza, la figlia in questione inizia a raccontare ciò che le potrebbe succedere in un ipotetico futuro.
Dice che, molto probabilmente, quando avrà 14 anni i ragazzi nella sua classe le daranno della poco di buono, quando indosserà una gonna che loro ritengono troppo corta.
Quando avrà 16 anni, un paio di ragazzi proveranno a insinuare le loro mani nei suoi pantaloni, quando lei sarà così ubriaca da non riuscire nemmeno a reggersi in piedi.
E poi, a 21 anni, verrà violentata.
Quel ragazzo, figlio di un amico caro al padre, di cui nessuno avrebbe sospettato e che tutti definivano un così caro ragazzo, abuserà di lei.
Ma poi, poi la ragazza conoscerà l’uomo perfetto, il suo principe azzurro.
Intelligente, premuroso e con un buon lavoro.
E tu, papà, dirà la figlia, sarai così felice per me.
Ma un giorno questo ragazzo smette di essere il principe azzurro.
Un giorno le dà della troia.
E la picchia.
E non è nulla, dopotutto stavano litigando, lei aveva alzato forse un po’ troppo la voce, lui era stressato per il lavoro… sono cose che succedono.
E poi un giorno quasi la uccide, e tutto nella vita della ragazza sembra aver perso senso.
Caro papà, conclude la figlia; ho un solo favore da chiederti: una cosa porta sempre ad un’altra, per cui fai in modo di fermarla prima che inizi.
Non lasciare che mio fratello definisca troie le ragazze, perché non lo sono. E un giorno un ragazzino potrebbe pensare che sia vero.
Caro papà, so che mi proteggerai da leoni, tigri, pistole senza nemmeno pensare ai pericoli che potrebbero intaccare la tua vita.
Ma caro papà, io nascerò ragazza, per piacere fai qualsiasi cosa in tuo potere per far sì che questo non sia il pericolo più grande per me.
Non è difficile capire perché questo video, queste parole abbiano commosso e interessato molte persone. In cinque minuti, proponendo ipotesi poco probabili, ma non impossibili, riesce a farci capire quanto una società come la nostra, in fondo, non creda veramente nella parità di genere. A quanto, in molte, davvero troppe persone, sia ancora radicata la mentalità dell’uomo forte e della donna sottomessa. Perché si, noi siamo nati in un mondo con una cultura maschilista e che ha ancora tanta strada da fare per quanto riguarda i diritti civili, che riguardano ogni essere umano. Ma ci ricorda anche che, se ci impegniamo duramente, possiamo fare in modo che nessuna ragazza debba subire discriminazioni o violenze in quanto tale. Possiamo fare in modo di fermarlo prima che inizi. In modo che nascere donna non sia il pericolo più grande, la cosa più rischiosa o svantaggiosa.
Per nessuno.
Articolo scritto da Alessia Saragozza
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